Più regolari nello studio, più veloci a completare il percorso, più diligenti!
E’ questo, in breve, il profilo dei giovani italiani laureatisi nel 2015.
Nel suo XVIII Rapporto, il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea presenta una fotografia precisa e dettagliata che incoraggia ed offre importanti spunti di riflessione.
Dal 2001 ad oggi l’età media della laurea si è abbassata passando da 28 a 26,2 anni (tenendo anche conto della riforma che ha interessato il sistema universitario). In particolare, parliamo di 25,1 anni per i laureati di primo livello, 26,9 per i magistrali a ciclo unico e 27,6 per i magistrati biennali. A tal proposito il Consorzio specifica che negli ultimi anni si registra anche un ritardo nell’iscrizione all’università, e sempre più diplomati tendono ad aspettare almeno un anno prima di immatricolarsi per completare il percorso di studi.
Altra nota positiva, che di sicuro influisce sul calo dell’età alla laurea, è l’aumento di laureati “in corso”: i giovani d’oggi sono più regolari nello studio. Nel 2010 il 39% degli studenti riusciva a sostenere tutti gli esami e a laurearsi nei tempi previsti. Nel 2015 la percentuale è salita al 47%. Addirittura, dal 2001 al 2015 i laureati in corso sono quintuplicati e i fuori corso sono scesi dal 53% al 18%.
Le poche eccezioni di ritardi al conseguimento della laurea sottolineano che, nella media, a laurearsi fuori corso sono gli studenti del gruppo giuridico (55%), letterario (48%), di architettura (47%), ingegneria (44%) e gruppo scientifico (43%); all’estremo opposto si posizionano i laureati dei gruppi delle professioni sanitarie (16%), medicina ed odontoiatria (22%), ma anche di educazione fisica (27%) e gruppo psicologico (29%).
Capitolo a parte per la votazione finale, che in questi anni non ha subito modifiche rilevanti ma continua a mantenersi nel valore medio di 102,3 su 110.
Anche in questo caso, però, emergono differenze a seconda della facoltà scelta ed anche del tipo di laurea ma, soprattutto, il punteggio finale dipende dai diversi criteri di attribuzione dei voti ai singoli esami, dalle premialità e dai crediti assegnati, dagli standard di valutazione, dalla complessità degli elaborati…
Le premesse, dunque, ci sono tutte e i giovani italiani stanno facendo l’impossibile per impegnarsi ma il vero problema resta il “dopo laurea”, quando i mesi cominciano a passare e si ripete nella testa “Ed ora…?”.
Attraverso il suo nuovo progetto PROMETEO la Fondazione Mario Diana si pone l’obiettivo di offrire maggiori opportunità lavorative ai giovani neo laureati partecipanti, per liberarli dal senso di smarrimento e dall’insicurezza che sempre più spesso li imprigiona. La possibilità di farsi strada nel mondo del lavoro, attraverso momenti di pratica nelle aziende partner del progetto PROMETEO e la guida di Mentor esperti, infatti, gli consentiranno di acquisire l’esperienza necessaria per sentirsi più sicuri e proseguire con fiducia lungo la strada intrapresa con successo all’università.