Noi tutti abbiamo un sogno nel cassetto, un desiderio che custodiamo in fondo al nostro cuore senza mai lasciarlo andare, con la speranza che prima o poi si realizzi. Ed anche quando parliamo di studio e carriera capita spesso di guardare al passato con un rimpianto, pensando di aver sbagliato qualcosa, di essere stati impulsivi, di non aver avuto la maturità e l’esperienza necessarie per poter ponderare una scelta importante che influenza il resto della vita.
Con il suo nuovo progetto PROMETEO la Fondazione Mario Diana si pone l’obiettivo di aiutare i giovani talenti a compiere una scelta consapevole prima di iscriversi all’Università, attraverso percorsi di orientamento, test motivazionali, incontri con giovani professionisti che potranno raccontargli il loro percorso offrendogli un confronto con modelli concreti ed una visione realista del percorso universitario da intraprendere.
Oggi più che mai, infatti, considerando il gran numero di facoltà ed indirizzi presenti sul territorio nazionale, questa scelta diventa complicata ed è necessario valutare bene tutti gli aspetti ad essa legati, proprio per evitare di scoprire che le proprie aspirazioni non combaciano con le reali attitudini, e pentirsene durante il percorso di studi.
Il primo – importante – aspetto da valutare, proprio guardando ai futuri sbocchi occupazionali, è l’attuale tendenza per sapere quali sono gli indirizzi universitari più richiesti.
Stando ai dati diffusi dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per l’anno accademico 2015/2016 si registra che le facoltà più gettonate sono quelle scientifiche (36,3% delle matricole); seguono le facoltà di area sociale, economica e giuridica (33,3%), tra le quali prevalgono Economia ( 13,7%) e Scienze Politiche (9,7%); quelle umanistiche (19%), dove la più scelta è Lingue (7,8%) seguita da Lettere (6,7%); e quelle sanitarie (10,8%), dove continua a prevalere Medicina. La facoltà più scelta in assoluto è Ingegneria – passata dal 14,1% degli iscritti totali nell’anno 2014/2015 al 14,6% del 2015/2016 – che attrae quasi un quarto (24,8%) dei diplomati con il massimo dei voti.
Da studi recenti emerge che i giovani, dopo il diploma, tendono a continuare lungo il percorso avviato alle scuole superiori: chi viene dal classico sceglie facoltà di area giuridica (19,1%) e letteraria (13,5%); chi ha la maturità scientifica si orienta verso facoltà scientifiche, economiche o mediche; il 34,5% dei diplomati al liceo linguistico e il 30% di chi possiede un diploma tecnico per il turismo si iscrive a Lingue; i giovani con maturità tecnica ad indirizzo “Amministrazione finanza e marketing” scelgono in prevalenza l’area economico-statistica (45,3%); i diplomati in istituti tecnici per il settore tecnologico scelgono lauree attinenti; coloro che hanno conseguito il diploma di istituto professionale nel settore dell’industria e dell’artigianato proseguono nell’area economico statistica e in ingegneria; i diplomati degli istituti agrari e alberghieri si orientano nell’area agraria optando per corsi di laurea in “scienze e tecnologie alimentari” e “scienze dell’economia e della gestione aziendale”.
Infatti, stando all’indagine sullo scenario universitario italiano presentata dal quotidiano La Repubblica con l’Istituto di ricerca socioeconomica italiana Censis, negli ultimi tempi si registra un’inversione di tendenza e molti mestieri che fino a poco tempo fa erano ritenuti poco attraenti ritornano in voga.
Mentre è fuori dubbio che la formazione scientifica e la conoscenza delle lingue continuino a rivestire un ruolo di primo piano nella società moderna, si discute della necessità di riscoprire il valore e l’importanza dei mestieri antichi. Sempre più Paesi, nonostante l’alta evoluzione tecnologica, lamentano un deficit di bravi elettricisti, idraulici, artigiani del sistema-casa: professioni che proprio in Italia vantano una tradizione di eccellenza ma da diversi anni sono considerate occupazioni di “serie B” da affidare a stranieri ed immigrati.
Per gli esperti la riscoperta della manualità è un fenomeno culturale importante ed è giusto che entri negli orizzonti della formazione. Un discorso che si estende al rilancio dell’agricoltura, altro settore dove il “made in Italy” ha un’esperienza ed una storia importanti, che può offrire percorsi di carriera ricchi di soddisfazioni.
Le statistiche, inoltre, indicano alcuni settori ben precisi quali sbocchi strategici per il mercato del futuro: Scienze della salute e del benessere, Green economy e Criminologia sono le facoltà in cima alle previsioni. Programmatori di videogiochi, criminologi, esperti dell’alimentazione e dell’economia verde: i giovani aggiornati, lungimiranti e competitivi cominciano ad optare per questi corsi, nuovi e per niente scontati. Tra gli insegnamenti più originali segnaliamo: il percorso in Video Game inaugurato due anni fa alla Statale di Milano, nella laurea magistrale in Informatica; il corso in Economia aziendale dedicato alla Green economy, al riciclo e al green marketing, che dal prossimo ottobre prenderà il via alla Suor Orsola Benincasa di Napoli; il corso in Sicurezza e cooperazione internazionale che a breve lancerà l’Università di Sassari, in Sardegna; la laurea magistrale in inglese in Scienze e tecnologie per la salute e il benessere della popolazione proposta dall’Università degli Studi di Brescia, per formare dei veri professionisti del settore; ed anche il percorso triennale innovativo – unico in Italia – avviato dalla Federico II di Napoli in Scienze nutraceutiche, con l’obiettivo di informare e formare figure professionali esperte sui benefici di alcuni alimenti o parti di essi.