Due stage di formazione e ricerca presso la sede delle Nazioni Unite di New York; un progetto internazionale promosso dall’associazione New Humanity (ONG del Movimento dei Focolari) e dalla Fondazione Mario Diana onlus.
26 i candidati provenienti da tutto il mondo: Spagna, Uganda, Stati Uniti, Tanzania, Italia e Brasile. Profili altissimi, curriculum vitae ricchi di esperienze professionali e formative, percorsi di vita, sogni e ambizioni raccontati in una lettera motivazionale in cui i promotori del progetto hanno chiesto ai candidati di aprirsi, di spiegare perché il loro obiettivo era quello di lavorare per quattro mesi all’ONU a New York, lontani da casa, per molti dall’altra parte dell’Oceano, in un contesto sociale e lavorativo del tutto nuovo.
La scelta è stata oltremodo difficile, ma la Commissione di valutazione ha cercato di scegliere quei candidati che maggiormente rispecchiavano i profili richiesti per questo importate stage.
A superare la selezione sono state due ragazze provenienti dall’Italia e dal Brasile; la napoletana Grazia Perreca e Catarina Bezerra, brasiliana di Caruaru, una città dello Stato del Pernambuco, sulla costa est del paese sud Americano. Entrambe hanno colpito la commissione per la loro competenza, la loro determinazione e per le esperienze vissute, nonostante la loro giovane età.
Grazia ha 23 anni ma ha già visitato mezzo mondo per studio, per lavoro e per volontariato. È laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali e considera l’opportunità di lavorare quattro mesi all’ONU come “un’opportunità straordinaria. Uno stage all’ONU è sicuramente un punto di arrivo e sono davvero felicissima di essere stata scelta, anche se ancora non riesco a crederci”.
Al telefono la sua gioia trapela in ogni parola, in ogni racconto; ride, è consapevole di aver ricevuto una grossa occasione per accrescere il suo bagaglio personale. Scherza anche quando confessa che “non conoscevo la Fondazione e il suo lavoro, fin quando non ho visto un post del progetto su Facebook e ho subito deciso di inviare la mia candidatura perché ritenevo fosse un progetto perfetto per me, per i mei studi e per il mio futuro”. Una scelta fatta senza pensarci due volte ma che ora la porterà a trascorrere quattro mesi a New York, un contesto completamente nuovo per lei.“Ho vissuto l’ultimo anno in Africa, in Tanzania, gestendo dei progetti di cooperazione e sostegno dei bambini del luogo. Sono tornata solo da un paio di mesi. Questa esperienza è stata fondamentale per il mio percorso di vita ed è anche grazie al periodo trascorso in Africa che ho deciso di candidarmi a Prometeo World ONU. Ho, infatti, il desiderio di far conoscere quello che ho vissuto, di condividere i bisogni di determinati contesti sociali. Voglio costruire qualcosa di concreto, portare idee!”
Catarina ha, invece, 24 anni, è brasiliana ma vive a Grottaferrata vicino Roma. È laureata in Relazioni Internazionali presso la l’Università brasiliana di Paraíba, con una tesi sulle trasformazioni del conflitto colombiano e la successiva costruzione della pace tra il governo e le FARC. Ha scoperto il bando grazie alla sua collaborazione con il Movimento dei Focolari. “Ho semplicemente visto il link del progetto su un sito e ho scaricato la domanda e da lì è partito tutto”. In Italia da pochi mesi, attualmente sta vivendo un’esperienza di volontariato internazionale in un Centro giovanile internazionale proprio con il Movimento dei Focolari, a Grottaferrata.
Da sempre ha cercato di mettere in pratica ciò che ha studiato, di trasformare la teoria in azione per costruire qualcosa che potesse contribuire a migliorare la vita, per esempio, dei tanti bambini delle favelas brasiliane costretti a vivere a stretto contatto con violenza e povertà. “Sono stata coinvolta in un progetto che si chiama Progetto Università in Azione (PUA). Il principale obiettivo era quello di sviluppare la sicurezza umana nelle comunità vicine al Campus dell’Università statale della Paraíba nella città di João Pessoa, due quartieri poveri e molto violenti, che si chiamano Cristo e Rangel, attraverso attività artistiche, giochi, clown e la promozione di pratiche di Circoli di Costruzione della Pace come forma alternativa di trasformazione, amministrazione e risoluzione dei conflitti nell’ambiente scolastico”.
Ha deciso di inviare la domanda al Bando di Prometeo World Onu perché è convita che attraverso questo stage riuscirà a creare qualcosa che vada oltre il volontariato locale, che riesca in maniera globale a sostenere progetti di inclusione e crescita sociale. “Prima di tutto, mi aspetto di imparare tantissimo da questa esperienza. Lavorare all’ONU potrà essere utile a me e a tutti i giovani che magari in futuro potranno vivere la stessa esperienza. Sarà un’occasione per formarsi, per acquisire nuove conoscenze e così, una volta tornati nei nostri paesi di origine, poter fare davvero la differenza nel nostro territorio”.