Catarina e Grazia, la prima brasiliana la seconda napoletana; entrambe con un trascorso di cittadinanza attiva in diverse associazioni di volontariato sia nel proprio territorio di origine sia in contesti più difficili come il continente africano o le favelas brasiliane. Due perfette sconosciute che sono partite per un periodo di stage in un mondo per loro completamente nuovo, la sede ONU di New York; due studentesse universitarie che hanno avuto la possibilità di vivere insieme un’esperienza che ha cambiato la vita ad entrambe.
Attraverso il progetto Prometeo World Onu hanno, infatti, avuto modo di svolgere un tirocinio formativo di quattro mesi presso la sede ONU di New York, grazie alla Fondazione Mario Diana onlus e alla ONG New Humanity, ONG che lavora da anni nella sede delle Nazioni Unite e che per la prima volta nella propria storia ha avuto modo di portare dei tirocinanti a confrontarsi quotidianamente con le attività, i meeting e quel meraviglioso mondo composto da migliaia di persone provenienti da ogni parte del pianeta.
Entrare per la prima volta in quel palazzo è stato per loro un mix di ansia e paura; una sede internazionale così importante può certamente suscitare una certa emozione per due ragazze poco più che ventenni; ma subito dopo hanno colto l’esplosione di colori, di vivacità e tutte le opportunità che quelle stanze potevano offrire loro. “Sono arrivata lì che non sapevo nulla, come muovermi, in che modo interagire con gli altri; sono uscita, invece, che mi sentivo una di casa. Essere lì ti insegna tante cose, non solo il linguaggio della diplomazia”, ci spiega Catarina che però ha un unico rammarico, “Anche se io sono rimasta circa due settimane in più rispetto a Grazia, ho la sensazione che se avessimo avuto più tempo saremmo riuscite a raggiungere ancora più obiettivi di quelli che ci eravamo prefissate. Avremmo voluto che questa esperienza insieme non fosse mai terminata per dare continuità al nostro lavoro e per non lasciare tutte le persone meravigliose che abbiamo incontrato”.
“Sono tornata a casa molto soddisfatta, veramente carica e con ancora più voglia di fare. Questa avventura in soli quattro mesi mi ha lasciato tanta positività, tanta speranza e tanta passione per quello che studio e per le mie attività di volontariato e progettazione sociale”. Grazia è come sempre raggiante quando racconta la sua vita a New York, non smette mai di sottolineare che tantissime opportunità che ha colto lavorando all’ONU. Una delle cose che maggiormente l’ha colpita è stata proprio l’impatto con la grande Istituzione, “Quando studiamo banalmente dai libri come funziona una realtà complessa come l’ONU ci appare sempre difficile capire i collegamenti, come sono strutturate le commissioni, come si prendono realmente le decisioni. Questa esperienza mi ha dato modo di collegare tutto, mi ha dato una completezza di ragionamento e di analisi di un mondo che è vastissimo e che spesso può essere di difficile lettura. Essere dentro alle Nazioni Unite, anche vivere solo il contesto fa capire quanto lavoro c’è dietro”.
La certezza per entrambe è che questo tirocinio ha dato loro modo di crescere, sia personalmente sia a livello lavorativo. “Partecipare a Prometeo World ONU – racconta Grazia – mi ha dato modo di formarmi; ho riscontato una crescita personale e una nuova maturità che mi ha molto sorpreso. Nel mondo del lavoro non è importante quanti buoni voti riesci ad ottenere ma fondamentali diventano tutta una serie di skills che ci consentono di arricchire la nostra professionalità. Una delle cose che sottolineo è il contatto con un nuovo tipo di approccio al lavoro, un obiettivo condiviso con altre persone, la necessità di essere in un team, di guardare in maniera critica per risolvere i problemi. Ho imparato a leggere il mondo, a confrontare il mio mondo con altri, la mia testa con altre”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Catarina, che sottolinea anche lei l’importanza del lavoro di gruppo: “Il rapporto con tutte le persone che abbiamo trovato mi ha fatto crescere tanto. Questo lo poterò sempre con me. Ho imparato davvero tantissimo, soprattutto come sviluppare il mio lavoro nella cooperazione internazionale e in particolare nei processi di pace e conflitto, argomento che mi appassiona molto e di cui mi occupo da tempo. Questo stage mi ha dato una speranza di arrivare in alto”.
Catarina e Grazia si sentono fortunate, hanno affrontato insieme momenti difficili. Il loro arrivo a New York non è stato semplicissimo; hanno superato ostacoli che le hanno messe alla prova duramente. Quesa esperienza le ha formate, le ha fatte crescere e rese più mature, consapevoli. Quelli che sono all’apparenza solo dei sogni possono diventare delle realtà se supportate da progetti concreti.