Antonia Testa è una delle destinatarie del “Premio Mario Diana Enterprisingirls 2018”, il riconoscimento che la Fondazione Mario Diana attribuisce ogni anno a donne che si sono distinte per il loro impegno civile nella tutela del territorio e a favore della cultura della solidarietà.
Ringraziamo la giornalista Maddalena Maltese per aver accettato l’invito della Fondazione Mario Diana a scrivere un profilo della premiata che di seguito riportiamo integralmente.
Antonia Carla Testa, bergamasca di origine, romana d’adozione è direttore del Centro di Ecografia in Ginecologia Oncologica presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma ed è Ricercatore presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica. É inoltre docente nel corso di laurea e nella scuola di specializzazione in Ginecologia e Ostetricia.
Il centro di ecografia è anche una scuola di ecografia dove sono stati formati oltre 400 medici e tecnici italiani ed europei. Pensare ad un centro simile in un momento in cui in Italia si parla solo di tagli alla sanità e chiusura di reparti e di interi ospedali è quanto mai temerario, nonostante un business plan che ne provi la sostenibilità economica. E invece una delle massime di Antonia Testa è “gettare il cuore oltre l’ostacolo” ed è con questa convinzione che, nel 2015, ha ottenuto che il direttore del dipartimento di Ginecologia del Gemelli identificasse un luogo interno all’ospedale, che aziende leader nella progettazione di macchine ecografiche offrissero gratuitamente per un periodo di prova i loro macchinari e che il dialogo accogliente di una madre che aveva perso il figlio per una malattia, suscitasse una donazione di 250mila euro che ha consentito l’acquisto definitivo degli ecografi. Entrando nelle piccole stanze di questo centro si respira un modello di medicina relazionale che mette insieme competenze, un team motivato, una metodologia innovativa, un dialogo aperto con i pazienti, la partecipazione della società civile in modi inusuali. Così è stato per il compleanno della dottoressa Testa quando ha invitato collaboratori ed amici a donare coperte per un’associazione che offre pasti caldi ai senzatetto nelle stazioni di Roma: sono arrivati oltre 200 pacchi che hanno invaso ogni angolo libero del centro.
Antonia Testa, dal 2011 è membro del direttivo della Società internazionale di ostetricia e ginecologia ISUOG (International Society of Ultrasound in Obstetrics and Gynecology) e per due anni è stata vicepresidente della SIEOG (Società Italiana Di Ecografia in Ostetricia e Ginecologia). Ha condotto circa 50 progetti di ricerca sulle neoplasie ginecologiche e sui protocolli di chemioterapia e i suoi studi hanno consentito ad aziende leader nella costruzione dei macchinari ecografici di perfezionare le loro capacità di diagnosi e riconoscimento delle masse tumorali. Nel curriculum della professoressa Testa ci sono oltre 150 pubblicazioni in riviste scientifiche nazionali ed internazionali, di due di queste (Journal of Ultrasound e Ultrasound in Obstetrics and Gynecology) è membro del comitato scientifico ed editoriale.
I visti nel suo passaporto parlano di 18 paesi esteri visitati in cui ha tenuto corsi e relazioni, tra questi non solo Paesi europei, ma anche la Cina e Israele, dove ha coordinato il primo corso italo-israeliano su “Ultrasound and surgery in Deep Endometriosis”. L’ultimo paese in elenco è l’India, dove ha presentato alcuni lavori di ricerca al congresso internazionale sugli Ultrasuoni in medicina ad Ahmedabad. Dopo il congresso, assieme a due membri dello staff del centro di ecografia, ha visitato Goa, Mumbai, Coimbatore alcune realtà sociali sviluppate da un dialogo di oltre 25 anni tra le comunità indù di ispirazione gandhiana e le comunità del Movimento dei focolari, nate dall’intuizione profetica di una donna italiana, Chiara Lubich che ha speso tutta la sua vita per l’unità e la fraternità tra i popoli. Questa tappa indiana, nel lavoro della dottoressa Testa ha aperto una possibilità di collaborazione tra il Policlino Gemelli e la dottoressa Vinu Aram, medico e leader dello Shanti Ashram a Coimbatore, un centro che ha salvato dalla strada 28mila bambini e ha contribuito all’istruzione di migliaia di adulti. Vinu Ashram è stata ospite di un convegno a Roma proprio agli inizi di giugno 2018.
La radice dell’impegno e del percorso di trasformazione sociale che caratterizza Antonia Testa è nella spiritualità di comunione che Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei focolari, scomparsa appena dieci anni fa, ha lasciato in eredità alle chiese cristiane, a comunità musulmane, indù, buddiste e a quanti si impegnano ogni giorno per la fraternità universale e per il dialogo tra culture, fedi, idealità, generazioni, gruppi sociali, economisti ed esperti della comunicazione. Antonia Testa fin da giovane ne ha fatto uno dei capisaldi della sua vita e della sua professione dove la relazione con l’altro, sia esso un paziente, un medico, un collega o un membro di un’associazione o una persona bisognosa di aiuto o un giovane creativo è sempre centrale e nutre la passione per la ricerca e per una cultura del noi, capace di accogliere l’umanità nelle sue molteplici sfaccettature.
Da tre anni Antonia Testa è una delle promotrici del Villaggio della Terra, un’expo del bene comune all’insegna dell’ecologia integrale della persona che si tiene in aprile a Villa Borghese e che solo nella scorsa edizione ha ospitato 100 appuntamenti e accolto oltre 150mila persone. Questo luogo del dialogo della società civile per 5 giorni approfondisce i temi dell’Agenda Onu 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e cioè giustizia e pace, dignità e uguaglianza delle persone, rispetto e protezione dell’ambiente. La dimensione sociale e relazionale ha incuriosito anche Papa Francesco che, due anni fa, a sorpresa, ha visitato il Villaggio invitando i presenti a proseguire nel trasformare con il loro agire “i deserti in foreste”.
L’arte del dialogo è una delle concretizzazione di questo augurio perché nella relazione – secondo la dottoressa Testa – “si dona e si riceve o meglio è donando che si suscita nell’altro una risposta d’amore che genera la fraternità”.